Se fosse una canzone: Hofstätter e Red Hot Chili Peppers

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Come si fa a raccontare un vino quando si fatica a trovare le parole giuste, o quando semplicemente lo si vuole raccontare nel modo più semplice possibile, senza scomodare goudron, polialcoli e terroir?

Nasce da questa domanda, e dalla mia altra grande passione (la prima, almeno in ordine di tempo), la musica, l’idea di raccontare un vino attraverso una canzone.

Proviamo!

Lagrein Rosè, Hofstätter, 2015
e
Road Trippin', Red Hot Chili Peppers, 1999

Keywords: personalità, delicatezza, tramonto, peperoncino.

Prendete un bassista come Michael Peter Balzary, in arte Flea. Di quelli che suonano sempre a torso nudo, pieni di tatuaggi, che si colora i capelli (pochi) di viola o turchese, e che mostra una grinta da mastino e una durezza da punk.
Poi un bel giorno, presumibilmente attorno al 1998, nasce da lui e dalla sua band un qualcosa di insolito, acustico, suadente, malinconico e delicato, come Road Trippin'. Lo spessore, la grinta, li senti che sono ancora lì da qualche parte, un po' nascosti, ma il pezzo è estivo, da falò sulla spiaggia in bermuda e camicia sbottonata, con una chitarra ovviamente...

Poi prendete un vitigno come il lagrein, in Alto Adige, che dà in genere vini rossi corposi, strutturati, decisamente rock, e decidete di lasciarlo macerare a contatto con le bucce per solo un giorno, in modo che solo una piccola parte del colore (e di tutto quanto la buccia porta con sé) finisca poi nel vino. Mettetelo in frigo quanto basta e gustatelo fresco come fosse un bianco estivo e leggero!
La grinta sarà ancora tutta lì, da qualche parte, ma quello che vi stuzzicherà sarà la freschezza, l'amarena scura e polposa diventerà un succo di rose, e vi sembrerà di essere in spiaggia, a cantare "just a mirror for the sun".

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